Running e pronazione, cosa si intende?

Categoria: Allenamento 

Pronazione nella corsa: significato e specifiche

Sei un runner e ti trovi a combattere con fastidiosi dolori al piede, magari per un carico eccessivo sul bordo esterno del piede? Non disperare, ma non trascurare il problema!

Per pronazione del piede si intende la sua fisiologica o patologica rotazione verso l’interno con un conseguente appoggio maggiore dell’avampiede esterno. Nel primo caso si parla di un naturale atteggiamento del corpo durante il movimento della corsa o della camminata, assunto automaticamente al fine di distribuire e scaricare in modo efficace il peso al suolo. Il secondo caso, cioè quello riconosciuto come disfunzionale, si ha quando l’introversione dell’arto è eccessiva, tanto da compromettere la salute di articolazioni e tendini, causando dolore e altri disturbi muscolo-scheletrici.

Individuare e riconoscere il grado di pronazione è essenziale per poterlo correggere anche adottando calzature adeguate. Ecco di cosa parleremo nell’articolo:

Pronazione o supinazione?

Durante ogni passo o falcata si possono identificare tre fasi d’appoggio del piede, vale a dire: il contatto, la fase intermedia (o di sostegno) e la spinta (o pre-sospensione). La prima fase vede coinvolta la parte posteriore esterna dell’arto e impegna circa il 25% dell’intero movimento. La seconda ne occupa il 40%, ed è proprio durante questa che il piede va in pronazione per ridurre l’impatto al suolo, con il punto di carico che passa temporaneamente dall’esterno all’interno. Nella terza fase, quella di spinta, il piede ruota nuovamente verso l’esterno, va cioè in supinazione, allo scopo di proiettare il corpo in avanti verso la sospensione. Pronazione e supinazione sono quindi atteggiamenti fisiologici naturali, e anzi funzionali, assunti quando si cammina o si corre. Una volta chiarito questo concetto, sotto il profilo medico è il caso di parlare essenzialmente di iperpronzione, ipopronazione o ipersupinazione.

La pronazione eccessiva o iperpronazione si ha quando il piede continua a ruotare verso l’interno anche dopo l’impatto, anziché passare alla fase di spinta. Ciò provoca tensione nella zona della tibia e del ginocchio, causando dolore e a lungo andare eventi traumatici. Lo si può verificare facilmente controllando lo stato di usura sul lato interno delle scarpe. Tale disturbo può anche essere originato o accentuato da ginocchia vare o piedi piatti.

L’ipersupinazione è l’esatto contrario e nella sua forma moderata è detta anche ipopronazione, cioè insufficiente pronazione. Con il tempo può manifestarsi l’infiammazione del tendine d’Achille, la fascite plantare o la sindrome della bandelletta ileotibiale. Anche in questo caso si può controllare l’usura delle scarpe, che nella fattispecie si concentra nella parte laterale esterna.

Le suddette condizioni si verificano quando la naturale meccanica del piede è compromessa da atteggiamenti estremi, insufficienti o inadeguati. Tuttavia alla presenza di forme lievi di introversione o estroversione del piede, il corpo tende a sviluppare automaticamente delle compensazioni. Fino a quando non si crea un vero e proprio squilibrio, conviene non intervenire in alcun modo poiché correggere tali meccanismi di aggiustamento può rivelarsi addirittura controproducente e causare alla lunga danni e infortuni.

Pronazione piede rimedi

La pronazione o meglio l’iperpronazione del piede, può essere di origine congenita ma anche conseguente a condizioni traumatiche o patologiche quali: fratture, processi infiammatori, paralisi, malattie invalidanti. La sintomatologia può restare silente per lungo tempo ma quando si manifesta, i principali e più comuni segnali rivelatori solitamente sono:

  • Gonfiore localizzato
  • Dolore e rigidità plantare
  • Tendiniti
  • Comparsa di alluce Valgo per effetto della spinta sui metatarsi

Per diagnosticare l’iperpronazione o ipersupinazione il metodo più efficace è l’analisi dinamica dell’appoggio del piede tramite mappatura dei punti di carico dell’arto.

I rimedi a queste condizioni sono diversi, da quelli più semplici per dare un primo sollievo, passando per dispositivi correttivi come specifiche calzature, fino ai trattamenti di stimolazione endogena (Tecarterapia),  con laser, ultrasuoni e chirurgici. Tra le azioni immediate vi sono l’applicare ghiaccio sulla zona interessata, pomate e unguenti. Anche la fisioterapia è una strategia utile per ridurre dolore e attraverso esercizi mirati a rinforzare la muscolatura. L’intento è rieducare alla camminata e alla corsa modificando i movimenti scorretti tramite:

  • Potenziamento e contrazione volontaria di glutei, polpacci e rotatori dell’anca
  • Allungamento dei flessori del piede
  • Stretching e graduale riabilitazione

Scarpe running pronazione

Arriviamo quindi a parlare di scarpe da corsa per pronazione, cioè di calzature specifiche per aiutare i soggetti con questa condizione anatomica a preservare il benessere e migliorare la prestazione, sia nell’agonismo che nelle sessioni amatoriali. I modelli indicati per gli iperpronatori hanno forma dritta o neutra, al massimo con curvatura poco accentuata, allo scopo di garantire massimo supporto e soprattutto eccellente ammortizzazione. Nello specifico queste scarpe dovrebbero essere più rigide e compatte nella zona posteriore e mediale per offrire maggiore stabilità.

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