Salto in lungo: la tecnica e le fasi di salto

Categoria: Allenamento 

Il salto in lungo è una specialità dell’atletica leggera con una tecnica complessa, composta da 4 diverse fasi: rincorsa, stacco, volo, atterraggio. La conoscenza di ognuna di queste fasi, la loro corretta esecuzione e la coordinazione dei movimenti è fondamentale per iniziare ad allenarsi perfezionando l’esecuzione e migliorando ad ogni allenamento.

Ecco di cosa parleremo nell’articolo:

Storia del salto in lungo

Il salto in lungo è una specialità sia maschile che femminile dell’atletica leggera in cui gli atleti, dopo una rincorsa, saltano partendo da una zona chiamata “asse di battuta” (la zona limite dove poter saltare), cercando di atterrare il più lontano possibile (fonte: Wikipedia).

La prima testimonianza del salto in lungo si attesta in Grecia nel 708 a.C durante i Giochi Olimpici all’interno del pentathlon, gara sportiva articolata su cinque prove in cui rientravano anche altre discipline ancora oggi disputate nelle Olimpiadi moderne come gare di velocità, lancio del giavellotto, lancio del disco e lotta greca.

Quello praticato nell’Antica Grecia era però diverso dal salto in lungo che conosciamo oggi. Infatti, gli atleti dovevano impugnare 2 pesi che facevano oscillare prima del salto, eseguito senza prendere la rincorsa. Il salto in lungo come lo conosciamo oggi è frutto di un’evoluzione, arrivando ad assumere una tecnica più dinamica e basata sulla velocità e sull’esplosività dell’atleta.

Tecnica e fasi del salto in lungo

La performance di un atleta di salto in lungo si divide in quattro fasi fondamentali:

  • rincorsa;
  • stacco;
  • volo;
  • atterraggio.

Queste quattro fasi sono strettamente connesse e sbagliarne una può significare compromettere il risultato dell’intera performance. La partenza del salto in alto può avvenire da fermi, in modo che l’atleta riesca a inquadrare meglio l’asse di battuta, oppure preceduta da alcuni passi preliminari in avvio prima di oltrepassare la linea di partenza

Rincorsa

La prima fase è la rincorsa, che serve per accumulare energia da usare poi nel salto. La velocità deve essere graduale e l’esecuzione prevede il mantenimento del busto eretto e le ginocchia alte.

Stacco

La seconda fase è lo stacco. Prima dello stacco gli ultimi 3 appoggi della rincorsa devono essere rapidi. In questo modo l’atleta riuscirà a sincronizzare e coordinare i movimenti per l’ultimo appoggio, lo stacco che dà il via al salto vero e proprio.

Volo

La terza fase è il volo. Questa è la fase in cui ogni atleta utilizza una tecnica diversa ma di base ci deve essere un grande lavoro dei muscoli addominali, volti al mantenimento dell’equilibrio durante il contatto al suolo.

Atterraggio

L’ultima fase è l’atterraggio. Qui qui le gambe si trovano in completa estensione con gli arti prima flessi, in fase di volo, e poi allungati prima di entrare in contatto con la sabbia. Il busto è in avanti e si arriva con la testa il più vicino possibile alle ginocchia. Mantenere l’equilibrio con una posizione ben bilanciata permette di atterrare senza cadere all’indietro, fondamentale in fase di misurazione del salto.

Come si misura il salto in lungo

I salti vanno misurati prendendo come riferimento il segno lasciato dall’atleta (con qualunque parte del corpo) sulla sabbia. Il segno più vicino alla linea di stacco sarà l’unico riferimento a disposizione delinea di battuta salll’atleta per la misurazione del salto.

Quando il salto è nullo

Un salto in lungo viene considerato nullo in determinate occasioni, queste le principali:

  • se l’atleta oltrepassa toccando il terreno oltre la linea di battuta;
  • se l’atleta compie lo stacco all’esterno della corsia di rincorsa;
  • se dopo essere atterrato l’atleta torna indietro verso la linea di stacco.

Record mondiale del salto in lungo

Il record mondiale maschile appartiene all’atleta statunitense Mike Powell, che ha saltato 8,95 m durante la finale dei campionati mondiali di Tokyo il 30 agosto del 1991.

Scarpe per salto in lungo

Come in tutte le specialità atletiche, le scarpe da usare presentano delle specifiche tecniche pensate apposta per favorire i movimenti e migliorare la presa con il terreno.

Come  per il salto in alto e quello triplo, anche nel salto in lungo si usano scarpe chiodate che garantiscono all’atleta di esprimere tutta la sua potenza, acquistando velocità in rincorsa e esprimendo al meglio il movimento in fase di salto.

I chiodi si trovano nella parte anteriore della suola della scarpa e servono a garantire una presa decisa con il terreno in fase di scatto e di salto, senza dimenticare il confort per il piede, necessario affinché l’atleta possa concentrarsi al massimo sull’esecuzione.ù

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Tra le scarpe chiodate salto in lungo vi consigliamo alcuni modelli dei migliori brand sul mercato: Adidas e Nike, pensati per supportare al meglio tutte le fasi del salto.

Adidas Adizero LJ

È un modello realizzato con suola flessibile e tomaia in mesh leggero, ideale per offrire al piede tutta la flessibilità necessaria per slanciarsi e potenziare il salto.

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Realizzate con materiali leggeri, le Adidas Jumpstar hanno una tomaia in mesh traspirante e suola con ammortizzazione studiata per un atterraggio morbido. Il grip, fondamentale per un buon salto, è garantito dalla suola a 6 chiodi sostituibili sulla punta.

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La scarpa da salto in alto unisex, ideale per chi cerca esplosività e ammortizzazione, sia in gara che in allenamento. Stabile, con chiusura sicura, fascia perfettamente il piede. Ha 7 chiodi intercambiabili.

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